Pericolo terremoti, la Protezione Civile divulga attraverso il proprio sito web delle rigidissime regole da seguire

La Protezione Civile, secondo quanto riportato all’interno del proprio sito web, ha emanato delle rigide regole da seguire per essere pronti ad affrontare un sisma di forte intensità. Si tratta di cose semplici, che all’apparenza possono risultare anche banali, ma che molte persone allo stato attuale tendono ad ignorare, concentrando il loro pensiero sul rischio sismico in Italia solo ed esclusivamente quando si è verificato un terremoto distruttivo. E’ importante divulgare queste informazioni, con il fine di prevenire ad eventuali nuovi disastri, contro i quali il nostro Paese deve sempre essere pronto a combattere. Vi riportiamo quanto scritto integralmente sul sito della medesima ente.


• allontanare mobili pesanti, come le librerie, da letti o divani o posti dove normalmente ci si siede

• utilizzare per appendere i quadri i ganci chiusi, che impediscano loro di staccarsi dalla parete
• mettere gli oggetti pesanti sui ripiani bassi delle scaffalature e fissare gli oggetti sui ripiani alti con del nastro biadesivo
• fissare alle pareti scaffali, librerie e altri mobili alti
• in cucina, utilizzare un fermo per l’apertura degli sportelli del mobile dove sono contenuti piatti e bicchieri, in modo che non si aprano durante la scossa
• fissare gli apparecchi elettronici, stereo, computer, ai ripiani con del nastro di nylon a strappo.
Ci sono, poi, cose importanti da sapere e su cui chiedere informazioni.
Se vivi in una zona sismica devi:
• conoscere quale sia la classificazione sismica del territorio in cui vivi chiedendolo all’Ufficio Tecnico del tuo Comune o alla Regione. Tutte le nuove abitazioni, costruite dopo la data in cui il Comune è stato classificato, devono essere state costruite rispettando la normativa antisismica
• sapere se esiste un piano di protezione civile comunale e prendere visione di ciò che prevede (es. quale è l’area di raccolta per la popolazione, l’area degli insediamenti di emergenza, i mezzi a disposizione, ecc.), altrimenti sollecita il tuo Sindaco a provvedere
• conoscere come è stata costruita la casa in cui abiti e soprattutto verificare:
– se la casa è stata progettata e realizzata con criteri antisismici
– se sono stati fatti interventi per renderla più resistente
– se occorre intervenire per rinforzarla, anche utilizzando i fondi appositamente stanziati per il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio
• organizzare un piano di emergenza famigliare ed assicurarti che:
– non vi siano oggetti pesanti su mensole o scaffali alti
– gli arredi più pesanti siano ancorati al muro
– in casa ci sia una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore e che tutti sappiano dove si trovano
– tutti sappiano dove sono e come si chiudono i rubinetti di gas e acqua e l’interruttore generale della luce
• sapere se a scuola e sul luogo di lavoro è stato predisposto un piano di emergenza e quale è il compito a te assegnato e la condotta da tenere.

 

 

Volontariato: in Gazzetta Ufficiale i nuovi “Indirizzi operativi”

Volontariato: in Gazzetta Ufficiale i nuovi “Indirizzi operativi”

4 febbraio 2013

La Direttiva mira ad assicurare unitaria partecipazione delle organizzazioni di volontariato all’attività di protezione civile

Un volontario al lavoro, durante gli Stati GeneraliÈ stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 1° febbraio la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 novembre 2012, con gli “Indirizzi operativi volti ad assicurare l’unitaria partecipazione delle organizzazioni di volontariato all’attività di protezione civile”.

La Direttiva porta a compimento un percorso di approfondimento e aggiornamento delle disposizioni del Decreto n.194/2001 del Presidente della Repubblica: il regolamento che tutela la partecipazione delle organizzazioni di volontariato a tutte le attività di protezione civile e ne disciplina ogni aspetto.

A oltre dieci anni dal regolamento e a conclusione degli Stati Generali dell’aprile del 2012, gli Indirizzi operativi mirano a consolidare i risultati già raggiunti e a sostenere ulteriormente l’azione del volontariato di protezione civile nell’ambito del Servizio Nazionale, adeguando procedure e strumenti al mutato quadro organizzativo della Protezione Civile, nel rispetto dei principi del Dpr 194/2001.

Oggi, il Capo Dipartimento della Protezione Civile Franco Gabrielli ha condiviso il provvedimento con una nota indirizzata a Regioni, Organizzazioni della Consulta nazionale del Volontariato, Anci - Associazione Nazionale Comuni Italiani, Upi – Unione Province Italiane, Uncem - Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico e Croce Rossa Italiana.

A 180 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento – ovvero a partire dal 27 agosto 2013 – saranno operative le disposizioni della Direttiva. 
Entro questo termine, Il Dipartimento, le Regioni e le Province Autonome dovranno adeguare, se necessario, le rispettive leggi e regolamenti agli indirizzi contenuti nella Direttiva.

Il Dipartimento, in collaborazione con le altre componenti del Servizio Nazionale impegnate nella preparazione della Direttiva, coordinerà le prossime istruzioni operative ambito per ambito e provvederà a darne informazion

 

Approvazione dei piani di emergenza comunali: un punto di situazione

17 dicembre 2012

Sono dodici le Regioni che hanno trasmesso al Dipartimento informazioni sulla pianificazione comunale

Un particolare di una cartinaPubblichiamo il consueto aggiornamento settimanale della ricognizione avviata dal Dipartimento della Protezione Civile per conoscere quanti e quali Comuni italiani hanno un piano di emergenza, in base ai dati forniti dalle Regioni e dalle Province Autonome. Rispetto alle informazioni pubblicate il 7 dicembre, anche il Lazio, la Toscana e l'Umbria hanno trasmesso i dati al Dipartimento.

Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria e Valle d'Aosta hanno inviato le informazioni di dettaglio relative ai Comuni che hanno il piano, mentre Abruzzo, Calabria, Campania, Sardegna e Veneto hanno fornito solo i dati riepilogativi a livello regionale. Il 30 novembre il Dipartimento ha trasmesso una nota di sollecito alle amministrazioni che non hanno ancora risposto, ribadendo l’importanza di conoscere lo stato dell’arte della pianificazione di emergenza ai vari livelli territoriali.

La legge n. 100 del 12 luglio 2012 prevede, infatti, che entro 90 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento i Comuni procedano ad approvare il piano di emergenza comunale, redatto secondo i criteri e le modalità riportate nelle indicazioni operative del Dipartimento della Protezione Civile e delle Giunte regionali. Lo scorso 12 ottobre è stata inviata una nota alle Regioni e alle Province Autonome chiedendo una prima ricognizione sulla pianificazione di emergenza comunale. Il piano di emergenza rappresenta un indispensabile strumento per la prevenzione dei rischi e pertanto il Dipartimento intende monitorare con attenzione, attraverso le Regioni e le Province Autonome, l’attività di realizzazione e di aggiornamento dei piani da parte dei Comuni.

Dopo una prima ricognizione sul numero dei Comuni che hanno il piano, in una fase immediatamente successiva, tramite le stesse Regioni e Province Autonome, saranno raccolte le informazioni sugli anni di elaborazione e aggiornamento dei piani, sugli scenari di rischio presi in considerazione, sulla rispondenza alle linee guida regionali e sulle modalità di informazione ai cittadini.

I dati di dettaglio. Le Regioni Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria e Valle d'Aosta hanno indicato il numero e l’elenco dei Comuni che si sono dotati di un piano di emergenza. 
Dispongono di un piano comunale 266(18 Kb) dei 348 comuni emiliani, 114(159 Kb) dei 378 comuni del Lazio, 1.119(478 Kb) dei 1.206 comuni piemontesi, 202(18 Kb) dei 258 comuni della Puglia, 215(196 Kb) dei 287 comuni toscani e 82(147 Kb) dei 92 comuni dell’Umbria. Tutti e 74(83 Kb) i comuni della Valle d'Aosta hanno un piano di emergenza. 
Le Regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Sardegna e Veneto hanno fornito i soli dati relativi al numero dei Comuni e dovranno integrare le informazioni trasmettendo anche l’elenco. In particolare, in Abruzzo sono 257 i Comuni che hanno realizzato il piano di emergenza sui 305 totali, in Calabria 219 su 409, in Campania 214 su 551, in Sardegna 202 su 377, mentre in Veneto sono 488 su 581.
In totale, dunque, dei 4.866 Comuni delle Regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Piemonte, Puglia, Sardegna, Veneto, Valle d’Aosta, Umbria, Toscana e Lazio, il 71% - pari a 3.452 Comuni - dispone di un piano di emergenza.
Il Dipartimento aggiornerà periodicamente sul sito lo stato di attuazione della pianificazione comunale di emergenza.

Il prossimo aggiornamento sarà disponibile venerdì 28 dicembre. 

Regioni/
Province autonome
Totale comuni Comuni con piano

% Comuni con piano/totale

 Abruzzo  305  257  84%
 Calabria  409  219  54%
 Campania  551  214  38%
 Emilia  Romagna  348  266  76%
 Lazio  378  114  30%
Piemonte  1.206  1.119  93%
 Puglia  258  202  78%
 Sardegna  377  202  54%
 Toscana  287  215  75%
 Umbria   92   82  89%
 Valle d'Aosta   74  74  100%
 Veneto  581  488  84%
Totale  4.866  3.452  71%

 

Legge 100 e approvazione dei piani di emergenza comunali

La legge n. 100 del 12 luglio 2012 prevede che entro 90 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento i Comuni procedano ad approvare il piano di emergenza comunale, indispensabile strumento per la prevenzione dei rischi.

Attraverso le Regioni e le Province Autonome il Dipartimento della Protezione Civile ha avviato una prima ricognizione finalizzata a conoscere quanti e quali Comuni hanno un piano di emergenza.

Pubblichiamo le informazioni fornite finora dalle Regioni e dalle Province Autonome e gli elenchi dei Comuni ad oggi disponibili. I dati relativi alla pianificazione comunale di emergenza saranno aggiornati periodicamente.

Evento sismico in Emilia-Romagna: punto del Comitato Operativo

Dalla mezzanotte di ieri sono circa 30 le scosse, tutte di magnitudo inferiore a 3.5, registrate nella zona colpita il 20 maggio da un sisma di magnitudo 5.9 tra le Province di Modena, Mantova e Ferrara. In seguito al primo evento sismico delle 4.04 di magnitudo 5.9, la replica più forte è stata registrata ieri alle 15.18 con magnitudo 5.1.

Soccorsi. Tutte le strutture operative del Servizio Nazionale sono impegnate nelle attività necessarie a fronteggiare l'emergenza. Oltre 2500 gli interventi sinora effettuati dai Vigili del Fuoco nelle province di Modena, Ferrara e Mantova colpite dal terremoto, con 650 uomini e 53 mezzi. Sono cinque le vittime accertate dalla Prefettura-Utg di Ferrara, cui si aggiungono due donne decedute per cause concomitanti all’evento sismico.

Assistenza alla popolazione. Nel modenese sono oltre 3.300 le persone assistite, nel ferrarese circa 1.200. Sono oltre 200 i volontari delle organizzazioni nazionali impegnati nei luoghi del sisma che operano nell’ambito del sistema regionale, cui si aggiungono i circa 200 volontari della Cri - Croce rossa italiana e le centinaia di volontari delle associazioni locali. In arrivo numerosi volontari provenienti da altre Regioni. Sono in allestimento il modulo delle Marche e quello dell’Umbria a Finale Emilia; il modulo della Toscana, i moduli del Friuli e il modulo dell’Anpas a Mirandola. Già operativi il modulo di Trento a San Felice sul Panaro e i sei moduli dell’Emilia Romagna, dislocati due a Finale Emilia, uno a Mirandola, uno a Massa Finalese, uno a Cavezzo e uno a Camposanto. 
Le Forze di Polizia proseguono l’attività di antisciacallaggio per sorvegliare gli edifici incustoditi.

Squadre di verifica agibilità. Sono in corso le verifiche di agibilità da parte delle squadre di tecnici della Regione Emilia Romagna e di squadre di tecnici provenienti da altre regioni, sotto il coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile. I centri storici di Mirandola, Finale e Sant'Agostino presentano danni diffusi. I danni principali riguardano gli edifici storici, meno colpito il tessuto abitativo.

Previsioni meteo. È ancora in corso l’avviso di avverse condizioni meteorologiche, emesso dal Dipartimento della Protezione vile, che prevede dal pomeriggio-sera di ieri, domenica 20 maggio, e per le successive 24-36 ore precipitazioni prevalentemente a carattere temporalesco, su Valle D’Aosta, Piemonte, Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Toscana.

Attenzione: in relazione alla diffusione di notizie riguardanti la previsione di ulteriori scosse di terremoto a seguito dell’evento sismico che alle ore 4.03 ha colpito principalmente le province di Modena e Ferrara, si ribadisce che lo stato attuale delle conoscenze non consente di stabilire quante scosse e di quale intensità potranno ancora interessare la stessa area. Si rammenta che forti terremoti sono comunemente accompagnati da altre scosse, ma ogni previsione che indichi con precisione data, ora e luogo, nonché magnitudo di futuri eventi è priva di ogni fondamento. Nelle aree attualmente interessate dai fenomeni sismici, massima attenzione deve essere dedicata alla verifica delle condizioni di sicurezza degli edifici che hanno subito il terremoto e, in particolare, delle strutture strategiche, di quelle più antiche e vulnerabili, monumentali e di culto, e di tutte quelle che mostrano lesioni e danneggiamenti.

 

Ultim'ora. Lunedì in Consiglio dei Ministri la riforma della Protezione civile

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Ultim'ora. Da fonte sindacale si apprende che il Governo sia fermamente deciso ad andare avanti per chiudere rapidamente la partita del riordino della Protezione Civile già dai prossimi giorni.

Non si conoscono ancora in che termini avverrà e quale tipo di provvedimento sarà utilizzato nel prossimo Consiglio dei Ministri già fissato per lunedì 30 aprile.

Presumibilmente non sarà un disegno di legge come era già stato richiesto dalle Autonomie Locali in sede di Conferenza Unificata. Al momento non sappiamo quante, quali e soprattutto se le modifiche proposte dalle Autonomie Locali potranno essere accolte.

Di deciso, allo stato attuale, sembrerebbe esserci la permanenza del Dipartimento della Protezione Civile in Presidenza del Consiglio dei Ministri, e non più collocata presso il Ministero dell'Interno. Sarà nostra cura monitorale la situazione e informarvi tempestivamente.

 

Gabrielli: il volontario non può essere manovalanza a basso costo.

Gabrielli: il volontario non può essere manovalanza a basso costo.
 

gabrielli

 

E' cosi che il capo dipartimento Franco Gabrielli  ha concluso gli Stati generali del volontariato di Protezione civile svoltesi a Roma. Il Prefetto ha chiarito che la gratuità, deve essere al centro dei "valori del volontariato" ma "il volontariato non può diventare una manovalanza a basso costo". "Io sono molto preoccupato - ha proseguito Gabrielli - che in questa stagione così difficile del Paese, che ognuno di noi vive nella condizione di ogni giorno, si rischi di trasformare un valore che è quello della gratuità del mettersi al servizio degli altri con altre forme che noi dobbiamo scongiurare:              

 

il volontariato non può diventare una manovalanza a basso costo". Perché "se questa gratuità non fosse più tale ma un modo subdolo per far si che altre contingenze debbano trovare soluzione, sarebbe la morte di una delle risorse più splendide e significative del nostro Paese".  Per Gabrielli anzi "il mondo del volontariato deve pretendere di contare sempre e sempre meglio all'interno del sistema". "Ma - avverte - per fare questo il volontariato deve essere sempre più credibile, trasparente, verificato. Credo che ci siano troppe rendite di posizione. Questo mondo ha bisogno di crescere e per farlo ha bisogno che le forze vive siano messe nella condizione di essere presenti". "Troppo spesso - ha concluso il capo dipartimento - le istituzioni pensano di risolvere i loro rapporti con voi con delle pacche sulle spalle e invece noi vogliamo che il volontariato conti sempre di più".